MONTAGNEROS-Vivere la montagna

MONTAGNEROS-Vivere la montagna

La montagna in Valle d'Aosta e non solo
Su questo blog potrete trovare molte informazioni utili ed interessanti inerenti al fantastico mondo della "Montagna" in Valle d'Aosta e non solo. Escursioni, arrampicata in falesia e su artificiale, bouldering (boulder), vie ferrate, sci, snowboard, queste sono soltanto alcune delle tante categorie di argomenti trattati in questo blog. Buona lettura e buona montagna a tutti.

sabato 1 settembre 2012

Verticalmente démodé (regia Davide Carrari)




Immagine in b&n raffigurante la scritta "verticalmente démodé" sullo sfondo di una montagna

SCHEDA TECNICA

Tipologia: Cortometraggio
Regia: Davide Carrari
Produzione: L'Eubage Srl (Aosta)
Tecnico del suono: Enrico Montrosset
Protagonista: Manolo (Maurizio Zanolla)
Luogo: Falesia del baule (Val Canzoi - Alpi Feltrine)
Durata: 18 minuti

«Non è la via più difficile del mondo, è semplicemente la via “sportiva” più difficile che ho scalato. Ha una storia lunga e comincia quando mi sono chiesto la prima volta come potevano essere quei luoghi dove ogni sera andava a morire il sole. Eternit è nascosta proprio lassù, in un ambiente solitario e dimenticato di queste montagne, piccola e “verticalmente demode ” a metà fra i luoghi, dove sono nato e, quelli dove sono vissuto». Con queste le parole Manolo (per chiunque lo avesse visto arrampicare semplicemente “Il Mago”)  racconta le motivazioni e le emozioni che lo anno spinto a riscoprire questa vecchia conoscenza: Eternit, con la quale aveva ritenuto per molto tempo impossibile confrontarsi.

LA STORIA
Nel 1990 Manolo chiodò “O ce l’hai… o ne hai bisogno” 8b/8b+ (tratto iniziale dell’attuale Eternit),  all’epoca era convinto che fosse impossibile raggiungere la cima della piccola falesia del Baule, tant’è che posizionò la sosta qualche metro sotto il bordo della falesia. Quell’ultimo specchio sembrava essere davvero troppo, inaccessibile anche per lui “Il Mago”. Le rughe che segnavano quell’ultimo muro erano davvero lievi, quasi impercettibili all’occhio e soprattutto alle dita.
Il 24 agosto 2009, diciannove anni dopo quel momento, Manolo libera Eternit, riuscendo in un’impresa che lui stesso riteneva essere impossibile. All’età di 51 anni, con un enorme bagaglio tecnico acquisito nel corso degli anni, si rimette in gioco ed riaffronta quella sfida, quel tormento che lo aveva accompagnato per ben 19 anni. Perché lui non la aveva mai abbandonata quell’idea, era sempre rimasta in standby nella sua testa, aspettando il momento giusto per riaccendersi.
 “la via sportiva più difficile che ho scalato e che probabilmente aprirà nuovi orizzonti all’arrampicata su placca verticale” è cosi che la definisce Maurizio la sua impresa.

IMPRESSIONI
Il film è riuscito nel proprio intento. Il regista, a mio avviso, ha colto nel segno quella che era l’interpretazione da dare a questa storia, creando una pellicola che racconta un monotiro da 30 metri per nulla banale. Quello che entusiasma è la storia che si nasconde tra le rughe di Eternit, perché questo non è una via come tante , al di là del muro di granito della falesia del Baule si cela la storia di un uomo, un grande uomo.
Diciotto minuti intensi, incalzanti accompagnati da un ritmo musicale che scandisce ogni movimento del protagonista. La sensazione è quella di essere li in parete con lui, si percepisce ogni suo movimento, ogni suo respiro, ogni suo rumore. Dalle immagini in bianco e nero trasudano tutte le emozioni e le sensazioni che accompagnano lo scalatore fino alla cima.
Tutto molto ben riuscito.

IL PROTAGONISTA

I VIDEO

 

 

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